Più ci si avvicina alla riunione straordinaria dei capi di stato e governo del Ue (domani sera), più aumentano i segnali che l’attesa crescente sui risultati rischia di essere delusa. Dopo la conferma che la Germania non intende fornire alcuna apertura sugli Eurobond (cioè sulla mutualizzazione parziale del debito tra i paesi Eurozona) né domani né a giugno, ufficiosamente nei quartieri generali dell’Unione europea (tra Commissione e Consiglio) si fa sapere che la riunione è importantissima, ma da considerare “un trampolino di lancio” per il vertice Ue che si terrà a fine giugno. La riunione, in sostanza, dovrebbe servire solo a delimitare le opzioni sul tavolo sia per rilanciare la crescita sia per fronteggiare la crisi greca e bancaria (Spagna). Chiaro che è utile chiarire che cosa si può – e si vuole – fare e ciò che non si può – e non si vuole – fare. Ma l’allarme per il rischio che la Grecia possa uscire dall’Eurozona e più a brevissimo termine le difficoltà di giorno in giorno crescenti del sistema bancario spagnolo stanno alimentando una tensione enorme e pericolosa. C’è da augurarsi che a fronteggiarle i governi, d’intesa con la Bce, si stiano preparando davvero. Anche se non possono dirlo.