LETTERA DA BRUXELLES Per ora accordo solo su Bei e ‘project bond’

Ricapitalizzazione della Banca europea per gli investimenti per 10 miliardi in modo da mantenere la tripla A, valutazione assai in disuso di questi tempi, e garantire l’attuale livello di investimenti; lancio dei ‘project bond’, obbligazioni con garanzia europea per attrarre capitale privato nel finanziamento di progetti infrastrutturali (energia, trasporti, tlc). Oggi come oggi sono queste le sole novità concrete praticamente già acquisite che i capi di stato e di governo della Ue si apprestano a decidere a fine mese. Forse potrà essere acquisito il principio che ‘buoni investimenti’ come quelli per le grandi rete europee gia’ certificate dalla Ue possono essere tenuti in considerazione per valutare meno rigidamente il percorso di consolidamento dei conti pubblici (è il ‘pallino’ di Mario Monti). Non è poco, se si pensa che fino a tre mesi fa tutto questo stava nel libro dei sogni e se si pensa che l’effetto leva di queste decisioni, insieme con l’uso di 230 milioni dal bilancio Ue già sbloccati, potrebbe mobilitare fino a 180 miliardi di euro nella più grande operazione di co-finanziamento pubblico-privato della storia europea. Non è neppure tanto viste le dimensioni dell’economia europea. Però nell’immediato avrebbe un significato quasi esclusivamente simbolico perché gli effetti di tali decisioni si faranno sentire tra molti mesi. Insomma, non si tratta di decisioni immediatamente “cantierabili”, a parte la ricapitalizzazione della Bei che nella più moderata delle ipotesi impedirà che faccia meno per la crescita di quanto ha fatto finora.

 



  Naturalmente ci vogliono molte altre cose per rilanciare il meccanismo di crescita nessuna delle quali rappresenta il volano: tutte insieme potrebbero fare qualcosa. Se tutte le politiche europee fossero attuate, allora sì che il pil crescerebbe: è tutto un rifiorire di calcoli, stime: il mercato unico dei servizi aumenterebbe la crescita dello 0,8%. In quanto tempo? 5-10 anni, dice la Commissione. Facciamolo, ma certo non è una leva per uscire dalla recessione adesso. Se alla manovra sulle garanzie europee + leva finanziaria si aggiunge una spintarella alla domanda interna tedesca grazie all’aumento dei salari, un rilassamento dell’euro sl dollaro (interessante che Jean Claude Juncker abbia sottolineato sia pure cautamente la sua soddisfazione per il cedimento delle ultime settimane) e magari anche un prossimo taglio dei tassi, la spintarella potrebbe rafforzarsi.
 L’economista di Natixis Patrick Artus ha calcolato che l’uso di tutti gli strumenti a livello dell’Eurozona di cui si sta parlando in queste settimane per rilanciare la crescita potrebbe aumentare il pil dello 0,2%. Il calcolo non tiene conto, però, dell’effetto “politico” di tali decisioni che possono comportare una distensione nei mercati, negli spread, ripresa della fiducia che i governi fanno sul serio e non lasceranno che l’unione monetaria si disintegri. Una volta convinti che c’è qualcuno al timore, qualcuno che sa dove andare, si spera che il più è fatto.
  Che la strada sia tutta in salita, per l’accordo politico sul futuro dell’Eurozona quanto per misure efficaci per la crescita, lo ha fatto capire qualche giorno fa a Bruxelles il ministro delle politiche comunitarie Enzo Moavero Milanesi, che per l’Italia sta tenendo le fila dei negoziati europei. Ha detto il ministro: meglio non dare per scontato che ricapitalizzazione della Bei e ‘project bond’ sono acquisiti, altrimenti sembrerà che al Vertice Ue non si deciderà praticamente nulla. Vero. In un mondo in cui le aspettative sono più forti dei fatti, per la semplice ragione che li condizionano se non li producono, la comunicazione al momento giusto ha la sua importanza. Ma se questa è la preoccupazione, può anche darsi che di concreto sulla crescita, per l’immediato, potrebbe non esserci molto altro.

 

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  • carl |

    A sommesso parere dello scrivente questo genere di anticipazioni riguardanti i cosiddetti project bonds non servono a gran chè, nè rendono l’idea. Mancano tante necessarie e chiare informazioni. I project bonds sarebbero più semplici da istituire di quelli, diciamo, generici.. Ma comunque vanno anch’essi adeguatamente definiti e normati.

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