Rispetto a quanto indicato meno di un mese fa, non ci sono novità eclatanti nel rapporto completo del Fondo monetario internazionale sull'Eurozona, ma spiccano due giudizi che non dovrebbero essere presi alla leggera. Il primo è che la situazione è tuttora grave e piena di rischi, e' sempre in discussione l'esistenza stessa dell'unione monetaria. Per questo occorre accelerare sull'unione bancaria e la condivisione del rischio sovrano. I governi non perdano tempo. Il secondo giudizio riguarda le cose da fare e in particolare il ruolo della Bce: tanto e' incerto e lungo il percorso che porterà all'unione bancaria, tante sono le trappole (per dirne una il rinvio a settembre dell'entrata in funzione dell'Esm a causa dei ricorsi alla Corte costituzionale tedesca), che per ora la sola difesa della stabilita' dell'area resta la Banca centrale. Il resto è importante, ma senza un ruolo superattivo della Bce tutti gli altri argini crollano. E secondo il Fmi Mario Draghi ha ancora spazio per agire: di nuovo sui tassi di interesse, sulle iniezioni di liquidità per le banche, sugli acquisti di titoli sovrani che devono essere chiaramente annunciati e massicci. Insomma, va esplicitata e rafforzata la strategia di 'quantitative easing'.
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