La calda estate dell’euro, pochi giorni per la resa dei conti

Estate calda questa per l'euro e nulla indica che il fresco della rinascita arrivera' in fretta. Alla resa dei conti mancano pochi giorni, ora si parla di pacchetti per la crescita da 130-180 miliardi, i project bond, obbligazioni per raccogliere denaro dei privati con garanzie europee per finanziare reti energetiche, trasporti, banda larga. Ma per riaccendere l'economia non basta un fiammifero, ci vuole tempo, prima si deve guarire dalla sbornia dei debiti bancari e dei debiti di Stato, che sono stati necessari per fronteggiare i debiti bancari e altri debiti di Stato. E manca la fiducia che i governi vogliano prendere la palla in mano e farla girare, passarsela e vincere tutti insieme. Direttamente chiamata in causa e' la Germania, sempre riluttante ad agire da locomotiva, solo disponibile a prendersi l'onore (paese piu' produttivo, piu' competitivo, piu' efficiente), mai a farsi carico degli oneri. Cambiano le alleanze in Europa: guadagna punti l'asse Monti-Hollande, ma il primo e' indebolito dalle fibrillazioni della politica italiana, il secondo e' a inizio mandato. Se il vertice Ue non dira' come spezzare il circolo vizioso crisi bancaria-crisi del debito sovrano, se rinviera' scelte concrete per difendere i titoli pubblici dei paesi sotto il tiro dei mercati, l'Eurozona potrebbe rivelarsi ingovernabile, avvitarsi in affannosi quanto vani tentativi di coprire un buco sempre piu' grande.