Il bicchiere è più pieno che vuoto, ma la prudenza è massima su qualità della ripresa ed 'exit strategy'. Si sa che il peggio è alle spalle e l'Europa (l'Eurozona innanzitutto) non si trova più su un piano inclinato e che da metà anno il profilo della ripresa trimestre su trimestre risale in zona positiva. A maggio la Commissione europea stimava che la crescita sarebbe tornata positiva grosso modo a partire dal gennaio 2010. L'incertezza principale riguarda un fatto molto semplice: se tutto ciò riflette fattori una tantum, in particolare il sostegno degli Stati all'economia, oppure è l'inizio di una ripresa che dura. Questo scenario spinge alla prudenza: ormai è chiaro che le 'exit strategy' vanno preparate in fretta, ma non ancora attuate.
Da Bruxelles, poi, non arrivano indicazioni che l'Italia (Pil 2009 -5%, la seconda peggiore prestazione tra i grandi Paesi Ue dopo la Germania a -5,1%) uscirà dalla recessione prima di altri Paesi. La stima di crescita trimestre su trimestre indica che Germania e Francia scattano in zona positiva dal secondo trimestre, l'Italia dal terzo (era previsto dal secondo trimestre 2010 dopo sei mesi di quota zero) come nel Regno Unito. Complessivamente la Francia colleziona tre trimestri (non consecutivi) di crescita negativa, la Germania quattro, l'Italia cinque (come l'intera Eurozona). La Spagna ne colleziona almeno sei. Scarica DOCUMENTO