Sedici Paesi hanno squilibri macroeconomici, in Italia sono sempre “eccessivi” per debito e bassa competitività

Sedici paesi europei hanno squilibri macroeconomici, Francia, Germania e Bulgaria peggiorano la loro posizione, l’Italia resta sempre sotto osservazione perché gli squilibri dovuti all’alto debito pubblico e alla cronica debolezza competitiva. Dati i loro sforzi di bilancio Italia, Belgio e Finlandia vengono ‘promossi’ per la loro politica di bilancio “anche se tali sforzi non sono in linea con la regola del debito”. Il giudizio positivo tiene conto di una serie di fattori rilevanti tra cui la condizione dell’economia e le riforme strutturali. La Francia ha tre anni di tempo per portare il deficit/pil sotto il 3%, ma dovrà aumentare gli sforzi strutturali già quest’anno. Sono queste le valutazioni della Commissione europea presentate oggi al termine di una lunga riunione.

Per Portogallo e Romania la Commissione europea ha aperto la procedura per squilibrio macroeconomico, per la Slovenia si riconosce che la situazione è migliorata, per tutti gli altri paesi la situazione non è cambiata rispetto al 2014 (tra questi l’Italia). I due casi più eclatanti analizzati dalla Commissione europea sono stati il caso francese e il caso tedesco. La Commissione ha deciso di dare due anni di tempo alla Francia per mettersi in regola, cosa che dovrà fare entro il 2017. Interessante notare che per i francesi è anno di elezione presidenziale: non è passata l’idea accarezzata da Parigi di scavallare il 2017. La discussione tra i commissari, raccontano diverse fonti, è stata piuttosto tesa. Il commissario tedesco Oettinger aveva promesso che avrebbe dato battaglia, ma diversi altri esponenti dell’esecutivo Ue avrebbero espresso dubbi. La Francia, infatti, ha beneficiato già varie volte di rinvii degli obiettivi di bilancio. La differenza è che questa volta Bruxelles dice che lo sforzo di aggiustamento previsto in questi anni non è sufficiente, per cui Parigi, per rendere credibile la discesa dal 4,1% dovrà varare una manovra aggiuntiva già quest’anno. Il commissario Pierre Moscovici ha indicato che a maggio sarà deciso se avviare o meno la procedura per deficit pubblico eccessivo se Parigi non si adeguerà. Il presidente della Commissione Juncker ha detto che la Francia va considerata “sorvegliata speciale”.

Diverso il caso della Germania che si trova nel terzo ‘gradino’ delle categorie degli squilibri macroeconomici. Bruxelles ritiene che sono aumentati i rischi a causa “della persistenza di insufficienti investimenti privati e pubblici che rappresentano un freno alla crescita e contribuiscono a far crescere il surplus nei conti correnti (sempre superiore al 6% del pil)”. Tale situazione richiede “una stretta attenzione” e “richiede un’azione politica decisa e un monitoraggio” europeo. Lo sforzo di Bruxelles è di agire anche sul versante di un paese che sta bene economicamente come la Germania richiamandola alla necessità di operare per il bene comune della zona euro.

La posizione dell’Italia è nettamente peggiore perché a causa dell’alto debito e della persistente debolezza competitiva in aumento presenta squilibri considerati “eccessivi” che richiedono un’azione politica decisa e un monitoraggio “specifico”. La valutazione sul debito pubblico italiano si intreccia alla decisione di non aprire una procedura per deficit eccessivo per violazione proprio della regola del debito. Qui hanno giocato i ‘fattori rilevanti’: tre anni consecutivi di recessione, l’effetto positivo delle riforme sulla crescita che la Commissione non quantifica. La Commissione ha dei dubbi che i conti del Tesoro sull’impatto economico delle riforme strutturali siano corretti, nel senso che li ritiene un po’ ottimistici, tuttavia ritiene già adesso che l’effetto sulla crescita di tali misure “sarà positivo”.

“L’applicazione rigida della regola del debito comporterebbe in Italia una correzione di due punti percentuali di pil che sarebbe chiaramente insostenibile per un paese che è stato in recessione” per tre anni, ha indicato il commissario Pierre Moscovici.

È la dimostrazione che la Commissione ha imboccato definitivamente la strada della flessibilità. Sulle procedure per squilibri macroeconomici procede con i piedi di piombo, sulla regola del debito pure. Lo scenario economico è ancora troppo incerto, ma le regole della ‘governance’ europea implicano che grossomodo ogni 4 mesi la Commissione può decidere di alzare la ‘frusta’ e esercitare una pressione piuttosto forte sulle scelte di politica di bilancio. Il solo paese a uscire male dalla rassegna di ‘governance’ economica di oggi è la Francia. Dovrà aumentare lo sforzo di bilancio nella misura di 0,2% del pil quest’anno. Ha sostanzialmente tre mesi di tempo per adeguarsi. Altrimenti rischia di subire delle sanzioni. Comunque per ora non c’è davvero aria di gesti forti: la ripresa è ancora fragile e anche le autorità europee non vogliono aumentare i rischi di instabilità politica e sociale.