Nel momento in cui i ministri finanziari europeo litigano sul perimetro dei poteri della Bce nella supervisione bancaria, a fronte di forti pressioni non solo tedesche per garantire piu’ margine di azione alle autorita’ nazionali, il Fondo monetario lancia l’allarme sul rischio di una unione bancaria senza un calendario chiaro dell’entrata in funzione della vigilanza Bce, che deve potersi esercitare potenzialmente su “tutte le banche”, “frammentata”. Per la dg Christine Lagarde non e’ concepibile una vigilanza unica senza sistema unico di ‘risoluzione’ e di garanzia dei depositi. L’uno e l’altro sono stati per il momento accantonati in attesa della definizione del nuovo quadro di vigilanza bancaria. In sostanza, una ‘unione bancaria’ incompleta, monca e dalla configurazione incerta, per il Fmi, non sarebbe un fattore di fiducia.
Al convegno promosso dal ministero dell’economia francese, la numero 1 del Fondo monetario non ha avuto peli sulla lingua. I diplomatici europei sono al lavoro per tentare un accordo martedi’ prossimo, quando si riuniranno i ministri Ecofin (a 27 dopo la riunione di lunedi’ dell’Eurogruppo). Sul tavolo ci sono molte cose ancora aperte, tra cui la questione centrale dell’equilibrio dei poteri della Bce, in ultima istanza, e delle autorita’ nazionali. A dimostrazione del rischio di una unione bancaria monca nella sua fase iniziale, nell’ultimo testo di regolamento sottoposto ai ministri dalla presidenza cipriota della Ue basta dire che e’ semplicemente scomparso il riferimento agli aspetti della risoluzione delle banche (ordinata ristrutturazione e fallimento innanzitutto a spese dei proprietari delle istituzioni di credito) e alla garanzia dei depositi. Si parla di unione bancaria europea “sostenuta da un manuale unico per i servizi finanziari del mercato unico nel suo complesso”, ma sono state cancellate due righe fondamentali: unione bancaria“…che si compone di un meccanismo unico di supervisione e di un sistema comune di assicurazione dei depositi e di risoluzione”.
All’Ecofin e all’Europarlamento sono gia’ state presentate due proposte legislative distinte: quella sui depositi e’ vecchia (2010), quella sulla risoluzione delle banche e’ stata presentata quest’anno. Perche’ sono bloccate e’ noto: entrambe rimandano a un principio di solidarieta’, di mutualizzazione del rischio, cioe’ di condivisione possibile dei metodi e, in occasioni estreme, possono implicare l’aiuto reciproco tra paesi. Per esempio nel caso in cui uno Stato non riuscisse da solo a fronteggiare il costo di una difesa per arginare la fuga dei depositanti. Si tratterebbe di prestiti, ovviamente, non di doni. Ciononostante il principio netto della condivisione del rischio non passa. I governi hanno deciso di frenare con la motivazione che la priorita’ adesso e’ chiudere la partita delle regole di supervisione. La decisione su garanzia e depositi e risoluzione e’ solo rimandata di qualche mese. Nel frattempo pero’ e’ sempre piu’ chiaro che la supervisione Bce non entrera’ in funzione proprio da inizio 2013 anche se la data ultima, 2014, dovrebbe essere rispettata. Di qui i timori del Fondo monetario (e non solo) che il calendario si allunghi.