La decisione di istituire il Fondo anti-crisi temporaneo Efsf era stata presa dai governi Eurozona nel maggio 2010, operativamente e’ entrato in vigore nell’ottobre dello stesso anno. Il suo erede, dotato questa volta di capitali veri (80 miliardi su 700 miliardi), Esm, Fondo permanente, e’ entrato in vigore oggi. Si puo’ – e si deve – giustamente osservare che due anni e qualche mese per dotare l’Eurozona di un ‘firewall’ finanziario e’ troppo e la lunghezza dei tempi, gli slalom tra decisioni prese e decisioni ostacolate e/o ritardate (quasi sempre dalla Germania) e’ uno dei fattori della crisi di fiducia sulla capacita’ dei governi di reggere alla prova. Non puo’ essere sottaciuto che l’avvio dell’European Stability Mechanism e’ una tappa fondamentale della riorganizzazione dell’unione moneteria. Fondo salva-Stati, salva-debito sovrano, salva-banche. Con una batteria di condizioni da rispettare, mai scontate ma neppure inutilmente punitive (questo almeno nelle intenzioni dei piu’), con vari gradi di commissariamento dei paesi aiutati. Lo strumento per difendersi sui mercati e dai mercati c’e’, tanto piu’ utile se combinato o perche’ combinabile agli interventi della Bce (in quanto autorita’ monetaria e in quanto supervisore uno bancario fra pochi mesi). Tappa ‘storica’ perche’ l’Esm in futuro potrebbe diventare il Fondo monetario europeo, per alcuni sicuramente dovrebbe almeno diventare l’organismo che sovrintende alla ‘risoluzione’ delle banche. Peccato che nel giorno dell’inaugurazione continui il dialogo tra sordi tra i governi sulla gestione della crisi spagnola: Madrid continua a dire che tocca all’Eurozona risolvere i suoi problemi, l’Eurogruppo aspetta che Madrid chieda aiuto all’Esm, ma la Germania dice che Madrid non ne ha bisogno. Un gioco a rimpiattino che sta snervando un po’ tutti.
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