Ora si vede rosa anche se la disoccupazione è a livelli record

Tra notizie buone (la caduta degli spread dei paesi sotto il tiro dei mercati a cominciare da quelli italiani, il programma greco di consolidamento e ristrutturazione del debito, l'indice pmi sull'industria manifatturiera a 49 punt) e notizie cattive (la disoccupazione record nell'Eurozona al 10,7% in gennaio, livello mai toccato dall'ottobre 1997) i dirigenti politici dell'Eurozona e della Ue vedono un po' di rosa. I presidenti Ue Van Rompuy e della Commissione Barroso parlano di "svolta" e citano pure il caso Italia al quale si guarda con fiducia grazie all'azione svolta dal governo Monti.
  Ma c'è anche altro a far la differenza per uno scenario non più nerofumo: la ristrutturazione del debito greco non comporterà un "credit event". Ciò rassicurerà i mercati a meno che la partecipazione attesa delle banche non si riveli un flop, prospettiva esclusa dagli stessi banchieri. Si aggiungano la seconda massiccia iniezione di liquidità della Bce per le banche e anche l'ultima indicazione distensiva sulle prossime scelte della Germania. La cancelliera tedesca Angela Merkel sarebbe ora convinta ad accettare il rafforzamento della capacità finanziaria del Fondo salva-stati una volta andata in porto l'operazione debito greco con le banche. La cancelliera ha ottenuto che la questione fosse tolta dall'ordine del giorno della riunione dei capi di stato e di governo Ue (dalle 18), ma si parla già di una riunione straordinaria dei leader Eurozona prima della fine del mese per decidere. Oggi intanto continuano a discuterne i ministri finanziari.
 Il puzzle anti-crisi si sta lentamente completando. Sul tavolo resta il tema più spinoso: come evitare che la recessione (leggera ma è la seconda in tre anni). E' in atto uno sforzo politico eccezionale per ricentrare l'attenzione sulle misure strutturali: il problema e' che daranno risultati nel medio e non nel breve periodo, mentre è ora che i governi stanno rischiando grosso. Come ha detto Barroso: senza misure attive per l'occupazione "non potremo contare sull'accettabilità sociale" delle strategie di consolidamento dei conti pubblici.