Un’altra prova di mercato è andata bene per la Grecia, con la conclusione dell’ultima asta per 1,560 miliardi di titoli del Tesoro, ma restano tutti i dubbi sulla tenuta nel medio periodo. Sebbene Atene non abbia ancora chiesto l’intervento dell’Eurogruppo e del Fondo monetario internazionale, non è detto che basterà aver preparato l’estintore europeo per convincere i mercati. Anzi, è del tutto improbabile che sia sufficiente. Una indicazione in questo senso è che l’asta di oggi (martedì 13 aprile) è stata messa segno con rendimenti più che raddoppiati per le emissioni a un anno (al 4,55%) e più che triplicati per quelle a sei mesi (al 4,85%). Inoltre, il tasso sulle obbligazioni greche a dieci anni è risalito a 6,815% contro 6,637% di lunedì. Il fatto che ancora non si conoscano ancora le condizioni del prestito Fmi non gioca a favore della chiarezza. Così come non favorisce la chiarezza il silenzio tedesco tanto che la ministra francese Christine Lagarde ha voluto precisare che tra gli europei non c’è né confusione né disaccordo sulle modalità tecniche dei prestiti (fino a 30 miliardi da parte dei governi Eurozona e fino a una decina di miliardi da parte Fmi). Tutti si aspettano parole conclusive alla riunione informale dei ministri finanziari europei a Madrid venerdì e sabato. Ma la Grecia ballerà ancora per molto.
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