Accordo per la Grecia ancora in alto mare, spiragli a Berlino

E’ ancora in alto mare l’accordo tra i governi dell’Eurozona per i prestiti alla Grecia, ma forse qualche spiraglio si sta aprendo. Ieri sera è circolata una dichiarazione di un anonimo funzionario del governo tedesco che ha indicato tre condizioni per una decisione positiva al Vertice Ue: per giustificare un intervento europeo su base bilaterale la Grecia deve trovarsi nell’impossibilità di avere accesso al mercato del credito, il Fmi deve contribuire agli aiuti, l’Eurozona deve concordare “strumenti addizionali” per rafforzare la disciplina di bilancio. In ogni caso l’azione è l’ultima spiaggia, scatterebbe solo a fronte di un rischio per la stabilità dell’Eurozona. Dal momento che ancora oggi il ministro delle finanze greche Papaconstantinou ha detto che il suo paese “può continuare a indebitarsi sul mercato senza problemi”, il discorso potrebbe apparire chiuso. E’ probabile invece che le cose non stiano così, dal momento che qui e là fa capolino la preoccupazione che, in mancanza di una decisione al vertice europeo questo fine settimana, i mercati potrebbero innervosirsi davvero e scatenare parecchia tensione. In ogni caso la posizione ufficiale della cancelleria tedesca è quella di sempre:  non è necessario un intervento immediato a sostegno della Grecia.
   Per quanto predomini l’incertezza, per quanto finora Berlino non abbia pubblicamente risposto alla richiesta di organizzare una riunione di capi di stato e di governo dell’Eurogruppo prima del Vertice Ue (avanzata dalla coppia Sarkozy-Zapatero e appoggiata dal Belgio), sotto traccia si sta lavorando per evitare che il Vertice Ue fallisca clamorosamente e consolidi le profonde divisioni sulla gestione della crisi più grave dalla creazione della moneta unica. Il fatto che lo spread sui titoli pubblici greci rispetto ai corrispondenti tedeschi sia sceso a 327 punti base rispetto ai 344 di inizio settimana, è sicuramente un dato positivo, segno che i mercati per ora lasciano la corda allentata.
  L’idea che la Grecia non abbia bisogno di un intervento continua a essere negata da tutti. I responsabili politici che si sono pronunciati in questi giorni ripetono di essere convinti che Atene ce la farà da sola, i mercati finanziari si convinceranno che la Grecia sta lavorando sul serio per riportare i conti pubblici sotto controllo. Che ci credano davvero è un altro paio di maniche. Ha rotto le uova nel paniere il vicepresidente designato della Bce Vitor Constancio. All’Europarlamento si è lasciato scappare questa affermazione: la Grecia potrebbe giusto aver bisogno di “un sostegno finanziario a breve termine” (entro il 23 maggio Atene deve rastrellare 16 miliardi di euro). Ciò dimostra quanto si abbondi in ipocrisia.