Dimagrimenti Antitrust, dopo tedeschi e francesi è il turno di Eni

L'anno scorso era stata la volta degli interventi antitrust Ue per i grandi gruppi energetici francesi e tedeschi, ora è toccato all'Eni con un dimagrimento della proprietà degli asset (senza però mettere in discussione o a rischio strategia e presenza commerciale). Bruxelles esulta e al termine del mandato Neelie Kroes (dalla prossima settimana catapultata nelle telecomunicazioni) dichiara di essere soddisfatta. L'intesa Eni-Antitrust europeo, che evita al gruppo italiano una ammenda (in teoria può arrivare fino al 10% della cifra d'affari annuale) per abuso di posizione dominante nel mercato della vendita di gas in Italia, deve essere perfezionata nei prossimi mesi e, in ogni caso, si dovrà aspettare la decisione finale della Commissione perché gli impegni assunti diventino legalmente vincolanti. La decisione ci sarà prima di Pasqua al termine dei test di mercato. L'89% del Tag oggi di proprietà dell'Eni sarà ceduto alla Cassa Depositi e Prestiti che detiene il 9,9% di Eni (il Tesoro detiene il 20,3%). Perchè la scelta della Cdp è chiaro: si tratta di un azionista pubblico e passando attraverso il gasdotto un terzo del gas usato dagli italiani (gas russo) il rilievo per la sicurezza energetica nazionale è ovvio. Bruxelles a questo proposito non ha mai sollevato una questione sulla proprietà pubblica o privata del gasdotto: il problema per evitare abusi di posizione dominante è che non doveva restare nelle mani dell'Eni.
  Quanto agli altri due gasdotti, Tenp e Transitgas, la questione coinvolge due partner Eni (rispettivamente E.On e Swissgas). Transitgas, tratto svizzero della condotta internazionale che collega i giacimenti di gas naturale dell'Europa del nord con l'Italia, unisce diversi paesi in un interesse comune: Olanda, Germania, Norvegia, Francia, Svizzera e Italia. La partecipazione di Eni in Transitgas è del 46% (51% Swissgas, E.On-Ruhrgas 3%). Tenp è la parte tedesca del sistema di gasdotti per importare gas olandese in Italia: l'Eni la controlla al 100%. L'Eni si affianca così alla lista dei grandi gruppi energetici sotto il tiro dell'Antitrust costretti a modificare le posizioni nel mercato. Bruxelles ha via via costretto la tedesca E.On a vendere la rete elettrica ad alta tensione e Rwe a separarsi dalla rete gas; in Francia Edf e Gdf hanno dovuto facilitare l'accesso alla reti dei concorrenti. In ogni caso, la commissaria Kroes ha assicurato che, anche se non sarà più lei a occuparsene ma il collega spagnolo Joaquin Almunia, l'ormai famosa inchiesta antitrust sul settore energetico europeo produrrà altri frutti.