E’ un errore temporeggiare sul debito greco, ma non è alle viste una decisione dell’Eurogruppo su modalità e tempi del soccorso privato-pubblico. Invece che dal piano francese si è tentati adesso dal piano tedesco in precedenza scartato: il semplice scambio di titoli in scadenza con nuovi titoli a scadenza più lunga. Per quanto i governi continuino a protestare contro le agenzie di rating a causa dei loro giudizi politici e prospettici sulla capacità di tenuta di Grecia e Portogallo, ne restano totalmente dipendenti nella loro azione quotidiana. Ma adesso il gioco si è fatto davvero pesante: il coinvolgimento diretto dell’Italia, che riflette – è bene non scordarlo – reali e legittime preoccupazioni sulla capacità del governo di gestire la situazione e assicurare il pareggio di bilancio nel 2014, è un brutto segnale per tutti che richiede un colpo d’ala dell’Eurogruppo. E’ la dimostrazione che si rischia di andare oltre la crisi della “periferia” dell’unione monetaria, se mai in tempi di così stretta interdipendenza/integrazione ha ancora senso usare un tale termine. Purtroppo, da varie capitali continua ad arrivare sempre lo stesse messaggio: le decisioni definitive saranno prese dopo la pausa estiva, in settembre. Siamo quasi all’inconcludenza politica.
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