La mossa di Mario Draghi é verbale, ma il passaggio dalla fase dell'attesa di misure pesanti sui mercati alla fase verbale é un atto preciso della nuova partita Bce per difendere la stabilità finanziaria e politica dell'Eurozona. La reazione positiva dei mercati la dice lunga sul modo in cui il messaggio é stato percepito: la Bce non sta affatto alla finestra, non é intimidita dai continui rilanci del mercato, anche da parte di chi punta al disfacimento dell'unione monetaria, e non é paralizzata dalle diatribe interne, di origine Bundesbank. Ora si tratta di vedere che cosa concretamente farà la Bce. È interessante e non solo ovvio che Draghi abbia ribadito i limiti della banca centrale europea: «Se i premi di rischio sul debito sovrano impediscono la trasmissione della politica monetaria, rientrano nel quadro del nostro mandato». E ha chiarito che la Bce é pronta a «fare tutto» per difendere la stabilità della moneta unica. Di questo tutto fa parte anche un intervento per raffreddare gli spread. Più chiari di così. Ma é anche interessante notare che il presidente Bce non é entrato nel merito del fiorire di ipotesi e di richieste che fioccano in questi giorni da diverse capitali (in particolare da Madrid e Roma, essendo Spagna e Italia i paesi più sul filo del rasoio in questa fase).
Sul tavolo ci sono vari piani e contro-piani: dagli acquisti immediati, nei prossimi giorni-settimane, di titoli sul mercato primario da parte dell'Efsf all'attribuzione all'Esm (che, se vorrà la Corte Costituzionale tedesca, dovrebbe entrare in funzione entro fine settembre) della licenza bancaria per poter approvvigionarsi allo sportello Bce. Una tale soluzione fa già parte del dibattito e del negoziato politico tra i governi: ne ha parlato il governo italiano, alcune linee tecniche sono state discusse tra tante altre dall'Euro Working Group, il braccio operativo dell'Eurogruppo. Se ne discute anche alla Bce e la sponsorizza apertamente il banchiere centrale austriaco Nowotny. Ma si tratta di una ipotesi di massimo profilo politico-istituzionale, questione da capi di stato e di governo. La cosa certa é che il messaggio forte e chiaro di Draghi ha lo scopo di fermare la ridda di ipotesi che più si arricchisce di proposte e pressioni politiche più inevitabilmente crea confusione in assenza di decisione politica a stretto giro di posta che chiarisca la strada che si intende prendere per fermare gli spread, spezzando il circolo vizioso crisi bancaria-crisi del debito sovrano, che ancora non si é spezzato in Spagna, e il contagio finanziario all'Italia. In questo senso, la decisione Bce di comunicare che é pronta ad agire permette ai governi (ancora una volta) di guadagnare tempo. L'obiettivo é far passare agosto senza drammi e aspettare l'entrata in funzione dell'Esm. È chiaro che Italia, Francia e Spagna sono a favore dell'attuazione delle decisioni sugli interventi sul mercato dei bond prese dai capi di stato e governo Eurozona a fine giugno. «Non può essere solo una linea nelle conclusioni» del vertice europeo, ha indicato il ministro delle finanze francesi Moscovici. Ma ancora una volta il messaggio politico é confuso. Il ministro francese aggiunge che «l'estate é un periodo utile per lavorare alla soluzione della crisi dell'Eurozona», poi conclude indicando che «bisogna agire serenamente perché non siamo nell'urgenza». Allora: l'urgenza di interventi sui mercati c'é o non c'é?