Alla faccia dei test americani più o meno miracolosi sull’esposizione delle banche e dei tanti segni positivi (meglio dire non così negativi come prime) dell’economia, a Bruxelles non si indulge all’ottimismo. Sotto tiro, di nuovo, il sistema bancario. Il commissario al mercato interno Charlie McCreevy ha lanciato un ennesimo appello a fare pulizia rapidamente nei bilanci delle banche e a decidere coraggiose ristrutturazioni. Niente pulizia, niente effettiva ripresa del credito all’economia. Se il mercato interbancario si è ripreso un pochino, la capacità delle banche di raccogliere fondi a lungo termine risulta fortemente indebolita. Fondi pensione e assicurazioni non navigano affatto in buone acque, colpiti entrambi da pesanti deprezzamenti degli asset. Poi c’è l’Est europeo: non si è fermato lo sganciamento di investitori e banche. E’ certo paradossale che a far la morale sia l’ex ministro delle finanze, uno dei massimi responsabili del boom immobiliar-finanziario d’Irlanda e di conseguenza anche uno dei massimi corresponsabili del tracollo del paese. Ciononostante il suo appello va preso sul serio. La Bce non pensa cose diverse. Finora le iniezioni di capitale pubblico nelle banche dell’eurozona ammontano a 110 miliardi di euro, il totale delle garanzie concesse sul nuovo debito a 300 miliardi. Secondo Francoforte tale sostegno alle banche “è considerevolmente sotto l’impegno assunto” dai governi.
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