Massima cautela sulle 'exit strategy' in Europa come altrove, nessun obiettivo paese per paese per la sorveglianza delle politiche macroeconomiche. E' questa la linea dei ministri finanziari del G20 riuniti in Scozia nel weekend 6-7 novembre. L’intesa è assicurare che non sarà rimosso il sostegno all'economia perché’ la ripresa non è assicurata dappertutto e peraltro non neppure molto solida. Non è detto che sarà sufficiente tanto che il Fondo monetario internazionale, che ormai sta guidando il fronte del massimo attivismo pubblico, lancia l’allarme: i tempi delle exit strategy devono essere subordinati alle esigenze della crescita. Ciò rafforza quei governi che nei prossimi mesi vogliono incrementare il sostegno alla ripresa (Francia, Germania, Regno Unito). Se nello stesso tempo assumeranno impegni per ridurre in futuro i deficit pubblici vedremo. Per ora non è il caso. Se la sorveglianza delle politiche macroeconomiche funziona così così in Europa nel G20 è ancora nel libro dei sogni: al vertice di Saint Andrews, in riva al mare e sotto un cielo plumbeo con pioggia battente, è stato già escluso che saranno posti degli obiettivi paese per paese per ridurre gli squilibri commerciali e finanziari (i conti con l’estero), riforme strutturali, indebitamento pubblico.