Il gruppo olandese Ing, la britannica Llyds Bank, la belga Kbc: sono questi i nomi dell'ultima 'tripletta' della commissaria alla concorrenza Neelie Kroes (ormai a fine carriera), che ha completato un primo 'giro' di grandi ristrutturazioni bancarie in Europa dopo i salvataggi dai fallimenti. Il via libera ai piani concordati punto per punto con i governi e le società per la commissaria è la conferma "del ruolo importante delle regole europee sugli aiuti di stato" e che Bruxelles "non preferisce un modello di business a un altro". La cosa certa è che l'Antitrust non ha ancora finito il lavoro. Difficilmente sarà Neelie Kroes a firmare i prossimi atti (forse per uno o due farà ancora in tempo), ma oggi la commissaria alla concorrenza ha tenuto a precisare che Bruxelles non è neppure a metà del ciclo delle ristrutturazioni. "Con le decisioni di oggi è stato fatto un quarto del lavoro, ci sono altri 28 casi aperti".
Tra questi ci sono piccoli e grandi nomi: tra i secondi Dexia (che ha già deciso il blocco dei mercati più rischiosi, la cessione della filiale Usa sotto il tiro delle autorità di supervisione e di altre partecipazioni con un taglio del bilancio di circa un terzo), emerge di nuovo il caso WestLB, per la quale c'è l'idea di un ingresso dello stato federale nel capitale per fronteggiare la montagna di asset tossici. Dopo le grandi sforbiciate alle tedesche Commerzbank e WestLb, che devono ridurre il bilancio di circa la metà per compensare le distorsioni alla concorrenza dovute alle forti iniezioni di capitale pubblico, ora è il turno delle tre banche del 'nord' Europa e della britannica Lloyds. Oggi la Commissione europea ha spiegato che "non sempre la dimensione è il fattore decisivo" nello scoppio di una crisi e che la riduzione del bilancio delle società è solo uno dei criteri importanti per limitare le distorsioni alla concorrenza da parte di grandi banche che hanno beneficiato dell'aiuto pubblico. Le valutazioni dell'Antitrust "si fondano su una molteplicità di criteri senza focalizzarsi su una sola variabile" e non c'è "una preferenza per un modello di business rispetto a un altro". Se il modello bancario-assicurativo funziona o meno deve essere considerato caso per caso". Detto questo, la sforbiciata c'è stata anche questa volta, come peraltro abbondantemente annunciato. Il gruppo bancario-assicurativo Ing, colosso mondiale, dovrà non solo ridurre il profilo di rischio e la complessità delle operazioni, ma "nel tempo cederà le attività di assicurazione". La stessa Neelie Kroes, considerata la 'dama di ferro' della Commissione Barroso, ha riconosciuto che "la scala dei disinvestimenti è significativa".
Lloyds Bank si focalizzerà sull'attività al dettaglio abbandonando da attività di prestito più rischiose e volatili e le cessioni nel settore retail (che vanno aggiunte a quelle previste per la Royal Bank of Scotland) sono "sostanziose". Il gruppo belga Kbc perderà un quarto delle attività concentrandosi nel settore bancario-assicurativo in Belgio e in cinque paesi dell'Est: Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria, Slovacchia e Bulgaria.
Non ci sono stati sconti e le tre decisioni di oggi lo dimostrano ampiamente. D'altra parte è quanto autorità politiche e mercato si aspettavano. La Commissione ribadisce sempre di non avere alcuna ideologia preconcetta, di non essere mossa da obiettivi diversi da quelli necessari a garantire eque condizioni di concorrenza, che le ristrutturazioni assicurino una buona gestione in uno scenario di "ragionevole stress" senza ulteriori iniezioni di denaro dei contribuenti in futuro, che le banche abbiano un 'core business' stabile, partecipino "in una proporzione significativa" ai costi attraverso la vendita di asset o altri mezzi. Ciò significa assicurare una analisi concreta della situazione concreta. I disinvestimenti sono "mirati" per non compromettere la banca nel lungo termine, se un modello di business funziona, come quello a basso costo di Ing o come quello bancario-assicurativo di Kbc, va tenuto, altrimenti no (caso di Ing). Se Ing lancia un umento di capitale per 7,5 miliardi di euro per ripagare oltre metà dell'iniezione di capitale pubblico compresi interessi e tariffe di uscita, può non essere obbligata a rinviare i pagamenti dei coupon sul Tier 1 e sul Tier 2 agli investitori, possibilità che non vale per Lloyds e Kbc.
Ciò significa che Bruxelles "ha preso sul serio il proprio ruolo di guardiano delle regole sugli aiuti di stato e in difesa del mercato unico, che i comportamenti rischiosi del passato hanno delle conseguenze" per chi li ha praticati. La ristrutturazione bancaria in Europa, parte delle fatidiche 'exit strategy', non è "un pasto gratis". Parola della commissaria all'Antitrust uscente.