Come era ormai chiaro da parecchio tempo, è finita in nulla la strana candidatura di Giulio Tremonti alla presidenza dell’Eurogruppo. Lo stesso ministro ha dichiarato che non ci sarà alcuna candidatura italiana. Di più: ha aggiunto che per quanto riguarda lui stesso una candidatura italiana non c’è neppure mai stata. La stranezza sta nel fatto che il premier Berlusconi l’aveva lanciata nel corso di conferenze stampa a Bruxelles in giugno per confermarla a metà dicembre, ma non è mai arrivata ai tavoli attorno ai quali si discutono tali nomine. Lo hanno confermato vari ministri europei, compreso l’attuale presidente dell’Eurogruppo Juncker, destinato così a monopolizzare la carica per altri due anni e mezzo. La conseguenza politico-diplomatica è che le possibilità per l’Italia di avere un ‘posto’ di calibro internazionale dopo la bocciatura di D’Alema a ‘ministro’ degli esteri Ue (e dopo la mancata presidenza dell’Europarlamento a Mario Mauro, aggiunta da mettere tra parentesi perché non si tratta di una funzione di importanza paragonabile alle altre) si riducono a una sola: la presidenza della Bce nel 2011. I due nomi sui quali è puntata l’attenzione dei governi sono Mario Draghi e Alex Weber, che guida la Bundesbank. All’Eurotower di Francoforte la cancelliera Merkel vuole Weber anche per dimostrare che non c’è più uno stop di opportunità a un tedesco alla guida della Bce. C’è da augurarsi che la candidatura del governatore della Banca d’Italia non segua le stranezze di quella di Tremonti.
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