Delle tre condizioni poste dall'Eurogruppo per lo sblocco del secondo prestito alla Grecia di 130 miliardi (o 145 miliardi ancora non si sa) dopo il primo prestito di 110 miliardi concesso un anno e mezzo fa, ora ne mancano solo due: dove tagliare 325 milioni dalle spese del 2012, l'impegno scritto dei tre partiti maggiori sull'attuazione del programma economico concordato con la Troika (Commissione-Bce-Fmi) per evitare che dopo le elezioni il nuovo governo rimetta tutto in discussione. Eurogruppo, Commissione e Fmi aspettano le prossime mosse.
A Bruxelles come a Berlino, Parigi e Roma si è convinti che le cose alla fine fileranno lisce: alla riunione di mercoledì, i ministri dell’Eurozona non dovrebbero fare altro che registrare il rispetto di questi impegni dopo che con il voto del parlamento ellenico è stata aperta la strada all’accordo. Si tratta di vedere se all’Eurogruppo bastera’ l’impegno scritto dei leader di Nuova Democrazia e socialista, visto che il terzo partito di destra nazionalista Laos ha ritirato ministri e sostegno al governo Papademos. Quanto ai 325 milioni di euro mancanti nei tagli di bilancio per quest’anno, il governo greco sta lavorando alla riduzione delle spese per la Difesa che rappresentano la spesa piu’ alta in rapporto al pil dell’intera Ue (oltre il 3%).
La tabella di marcia e’ chiara: mercoledì e’ atteso il via libera politico dell’Eurogruppo al nuovo prestito e in quella riunione saranno precisate le condizioni dell’utilizzo dei fondi (si tratta del conto separato bloccato per assicurare il pagamento degli oneri del debito); entro il 17 febbraio sarà annunciato lo scambio delle obbligazioni greche in scadenza con i nuovi bond a trent’anni (coupon medio del 3,6%, riduzione del 70% del valore attuale netto del debito); l’esborso della prima ‘tranche’ dovra’ avvenire prima del 20 marzo quando scadono titoli per 14,5 miliardi.
Non e’ ancora noto l’impatto che avra’ il programma concordato con la Troika sul debito: secondo voci circolate in questi ultimi giorni, l’obiettivo del 120% entro il 2020 non sarebbe raggiunto (oggi il debito/pil è a quota 165%). Cosi’ come nessuno e’ in grado di giurare che il programma sara’ sostenibile dal punto di vista economico, continuando la Grecia ad avvitarsi nella recessione, cosi’ come dal punto di vista sociale, visto l’inasprirsi della protesta popolare.