Tutti gli elementi per decidere adesso sono sul tavolo, ma i ministri finanziari dell'Eurozona per ora frenano. La riunione dell'Eurogruppo durera' ancora per molte ore, secondo alcuni per tutta la notte e al momento non e' certo neppure che si concludera' con un via libera al secondo prestito alla Grecia (130miliardi dopo il primo prestito che e' stato di 110 miliardi). Dopo l'annuncio da Atene che a livello tecnico era stato trovato il compromesso su tutti i punti del nuovo pacchetto di misure di bilancio ed economiche (dal taglio di salari, posti di lavoro pubblici, privatizzazioni, pensioni), la conferma dell'accordo per il riscadenzamento volontario del debito da parte del settore privato (a Parigi si sono riuniti i banchieri, poi i vertici dell'International institute of finance si sono trasferiti a Bruxelles) e' arrivato anche il semaforo verde della Bce. Mario Draghi ha indicato chiaramente che se la Bce non puo' subire perdite sui titoli ellenici perchŠ in tal modo finanzierebbe uno stato, puo' pero' dare una parte dei profitti registrati su quei titoli agli stati dell'Eurozona (attraverso il Fondo salva-stati).
Il 'puzzle' sembra completo. Scorrendo i documenti e valutando indiscrezioni e battute dei ministri finanziari, sembra di capire che tanta prudenza sull'esito della riunione di questa sera dipende da un anello mancante: come sara' vincolato il governo greco al rispetto di impegni sui quali non c'e' la matematica certezza che saranno rispettati al centesimo e nei tempi previsti. Si sta lavorando sullo stretto controllo del modo in cui vengono spese le 'tranche' del prestito. Insomma, della Grecia ci si fida ancora poco. E cosi' molti ministri e la Commissione dicono che per dare il via libera al prestito e' necessario "che le misure concordate siano attuate". Solo che cio' non potra' avvenire in tre-quattro giorni.