A dimostrazione che il tempo a disposizione dell’Eurozona per prendere le decisioni giuste sta scadendo, la Commissione europea ritiene necessario anche correre il rischio di un rallentamento del credito alle imprese e alle famiglie pur di riguadagnare la fiducia sul funzionamento del sistema bancario. Questo e’ il motivo per cui a Bruxelles si ritiene necessaria una stretta sulle banche anche se la ripresa economica e’ fragile. Jose’ Barroso, ma anche gli altri commissari, sono convinti che e’ necessario un pacchetto di decisioni-choc per riemergere dalla crisi del debito sovrano impedendo che prosegua il contagio ai paesi piu’ grandi dell’Eurozona: Italia e Spagna per intenderci.
Cio’ implica due mosse: ricapitalizzazioni (e/o interventi per rafforzare la liquidita’) anticipando le disposizioni concordate nell’ambito del comitato di Basilea che sarebbero dovute entrare in vigore entro il 2019; intervento piu’ duro sui detentori del debito greco con un ‘haircut’ superiore al 21% (per l’operazione di riscadenzamento gia’ concordata con le banche internazionali). Si parla ormai apertamente di un taglio del valore nominale dei titoli ellenici da scambiare con titoli a lungo termine fra il 40 e il 50%. Le banche sono in pieno allarme, rifiutano questa impostazione e hanno gia’ anticipato che misure generalizzate di questo tipo avranno un effetto negativo se non devastante sull’economia.
E’ difficile dire se sara’ così. In ogni caso il peggioramento delle condizioni di gestione del debito greco (per le banche che detengono titoli ellenici) dovra’ essere concordato a meno che non si voglia rischiare la dichiarazione del ‘default’. E a questo nessuno vuole arrivare. E’ presumibile che una volta chiarito il quadro delle misure che l’Eurozona si appresta a prendere, il ricasco sul capitolo ‘haircut’ possa essere valutato diversamente anche dalle stesse banche. E d’altra parte la cancelliera tedesca Angela Merkel ha ultimamente levigato la sua posizione indicando che si tratta di scenari di ‘ultima istanza’. Insomma, la via per un accordo probabilmente potrebbe essere meno lontana di quanto si crede in queste ore.
Vale la pena comunque ricordare che la situazione del credito all’economia reale nell’Eurozona non e’ delle migliori. Nel complesso, indica la Bce nel suo ultimo bollettino economico, le banche segnalano nel terzo trimestre un aumento “considerevole dell’irrigidimento dei criteri di concessione dei prestiti” e cio’ vale sia per le societa’ non finanziarie sia per i mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni. Un po’ “inaspriti” risultano i criteri di fido per il credito al consumo. Le indicazioni per il quarto trimestre dell’anno danno “un ulteriore peggioramento” dei criteri di affidamento e della domanda netta di prestiti alle imprese, ma non si prevede un deterioramento nei prestiti alle famiglie. Insomma, si naviga a vista piuttosto malamente.