Quello lanciato dal premier greco Papandreou oggi è un ultimatum: o dal vertice Ue della prossima settimana esce una decisione sui prestiti bilaterali alla Grecia o telefono al Fondo monetario, vedete un po’ voi se e’ una soluzione conveniente per l’Eurozona. Inevitabile che sia arrivati a questo punto, solo che il traccheggiamento europeo sta facendo male con scricchiolii sui mercati che nei prossimi giorni potrebbero amplificarsi. Intanto prenderebbe quota l’idea che il ricorso al Fondo monetario non sarebbe poi cosi’ assurdo. La novita’ è che a Berlino comincerebbero a pensarla in questo modo e sarebbe una svolta radicale rispetto alle posizioni sostenute finora. Se cosi’ fosse significherebbe che la cancelliera Merkel si e’ convinta che una via di uscita europea anche se condotta con prestiti bilaterali fra stati sarebbe comunque considerata dal punto di vista giuridico un salvataggio che, in quanto tale, violerebbe il Trattato Ue. Nella gran confusione, e’ certo che in un crescendo di sussurri e grida (Fondo monetario si’-no), di minacce e mezze ritorsioni (“fuori dall’Eurozona i paesi fiscalmente indisciplinati”, versa olio sul fuoco Angela Merkel), la tensione sale e i margini per traccheggiare si riducono sempre di piu’. Manca una settimana al vertice Ue, quando i leader dell’Eurozona dovranno o accordarsi sui prestiti alla Grecia o cercarsi un alibi.
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