Per fortuna che la ripresa c’è e si sta consolidando anche nell’Eurozona, dice il Fondo monetario internazionale: +1% quest’anno, +1,6% nel 2011. Tra i grandi paesi solo la Spagna sarà ancora sotto 0 (-0,6% per l’esattezza) quest’anno per salire a +0,9% l’anno prossimo. In Italia il miglioramento rispetto alle stime precedenti è forte, la crescita sarà rispettivamente dell’1% e dell’1,3%, ma la Germania crescerà di più (1,5% e 1,9%) e così la Francia (1,4% e 1,7%). Viene confermato che la ripresa è ‘molle’, con tanta disoccupazione e consumi limitati (per ridurre i debiti privati e per risparmiare temendo tempi peggiori). Il Fondo monetario usa questi termini: la crescita sarà debole rispetto alle riprese del passato, nei paesi avanzati si tornerà ai livelli pre-crisi forse verso fine 2011. C’è da gioire perché il peggio è alle spalle, ma c’è poco da rilassarsi perché siamo ancora a metà strada. Dunque, allegri non troppo.
Giustamente c’è grande soddisfazione perché la prima emissione obbligazionaria greca ha attirato più investitori del necessario (domande per 54 miliardi di euro per 8 miliardi in palio) e ciò dimostra che la situazione può essere stabilizzata. I timori di implosione dell’Eurozona per un momento possono essere lasciati da parte. Se si guarda all’evoluzione dell’indebitamento pubblico nell’Eurozona, però, la situazione è sempre emergenziale perché, come dice il Fmi, un aumento delle preoccupazioni per un peggioramento dei bilanci pubblici può creare un problema di fiducia, far salire i costi dei prestiti per famiglie e imprese e quindi dare un colpo all’economia.