Il premier finlandese Matti Vanhanen ha rotto un tabù politico-economico proponendo ai governi europei di coordinare un aumento delle imposte per riequilibrare i conti pubblici vista la corsa di deficit e debiti degli stati a causa della recessione. Secondo il leader finlandese, un liberale, non basterà tagliare la spesa pubblica. Di conseguenza, per evitare una ‘guerra’ fiscale tra i paesi al contrario (nei tempi d’oro della finanza avventuriera la corsa era alla riduzione delle imposte) è meglio coordinare le mosse, mettendosi d’accordo di cambiare i livelli di certe imposte "in parallelo" (Iva, imposte sul reddito e sul capitale). A parte il fatto sostanziale che allontanerebbe il momento della ripresa economica, una proposta del genere riflette una precisa convinzione: la crescita futura sarà nettamente inferiore a quella del periodo precedente in assenza del volano finanziario a mille. Dunque le entrate saranno più magre. Pertanto se l’Europa vuole mantenere i propri ‘modelli sociali’ con finanze pubbliche equilibrate non sarebbero poi molte le strade da percorrere. Sarebbe meglio discuterne in tempo.Scarica L'ANALISI