L’idea (rivoluzionaria) l’ha lanciata l’economista belga André Sapir all’ultimo Forum economico di Bruxelles: i governi designino un ‘alto rappresentante’ della zona euro per l’economia che cumuli le funzioni di presidente dell’Eurogruppo permanente (non a mezzo servizio come oggi) e di commissario agli affari economici e monetari. Esattamente come prefigura il Trattato di Lisbona per la politica estera. Se si comincia a dire che non si può fare perché nulla si può toccare dell’architettura istituzionale europea visto che la sottospecie di Costituzione europea è tuttora appesa agli umori degli irlandesi (è previsto in autunno un nuovo referendum dopo la bocciatura di un anno fa), si parte con il piede sbagliato. Sarebbe ora, infatti, di prendere atto che la crisi finanziaria e la recessione hanno cambiato le carte in tavola e richiedono atti di autentico coraggio e un tasso di innovazione politica straordinario. Se si rivendica a gran voce il primato della politica (e dei governi che salvano le banche) non è questo un ovvio passo da compiere? Purtroppo ogni tentativo di forzare la mano in tale direzione è morto finora sul nascere. Vedremo prossimamente.