Comincia a far male a qualcuno l’attivismo europeo di Mario Monti. Il susseguirsi di incontri a due e a tre (con il presidente francese Sarkozy, la cancelliera tedesca Merkel, con Sarkozy e Merkel, una puntata fuori Eurozona con il premier britannico Cameron) comincia a irritare il neopremier spagnolo Rajoy. El Pais titola: Rajoy lotta per un posto nel direttorio della nuova Ue. Semplice la constatazione di partenza: la quarta economica dell’Eurozona è assente dalla frenetica attività politico-diplomatica. Una condizione tanto più degradante per la Spagna visto che il paese è stato tolto dalla lista europea dei grandi rischi finanziari dato che riesce a finanziarsi a tassi inferiori a quelli dell’Italia. La Spagna scopre molto preoccupata che non basta più avere una relazione diretta con Francia e Germania, privilegiata ma separata. La scacchiera dell’Eurozona in movimento con l’arrivo di Mario Monti (e con quello che significa in termini di svolta politica in Italia) ha fatto invecchiare anche questo aspetto delle relazioni tra i paesi dell’unione monetaria. La Spagna non può contentarsi di stare al margine, oltretutto è alla vigilia di una nuova fase di austerità e avere un buon posto al tavolo al quale si preparano le strategie europee diventa fondamentale. Detto questo è ancora presto per dichiarare la fine del direttorio a due (Francia-Germania) sostituito da un balletto a tre (Francia-Germania-Italia) con un invitato permanente (Spagna). Mai come oggi le relazioni tra i paesi si giocano (o si devono giocare) sulle idee, molto meno sui classici schieramenti. D’altra parte, abbiamo appena visto un paese come l’Olanda, tradizionalmente sulla scia tedesca, chiedere a gran voce più mezzi finanziari a disposizione del Fondo salva-stati. Il paese è sotto choc dopo aver scoperto che un fondo pensione su quattro dovrà ridurre le pensioni dei propri iscritti a causa della crisi finanziaria.
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