Pierre Moscovici, il commissario francese agli affari economici, socialista, sarà un’”anatra zoppa”? Lo staff di Jean Claude Juncker assicura il contrario, ma una cosa è certa: la responsabilità della proposta di decisioni (dalle valutazioni alle procedure) da portare all’intero ‘collegio europeo’ è quantomeno condivisa con il vicepresidente per l’euro e il dialogo sociale Valdis Dombrovskis,ex premier lettone, conservatore. In una lettera al presidente della commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo Roberto Gualteri, Jean Claude Juncker indica che per quanto concerne “il coordinamento e la sorveglianza delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri, in particolare dell’Eurozona, posso confermare che ogni decisione che richiede l’approvazione della Commissione deve essere preparata e presentata da Mr Dombrovskis, in quanto vicepresidente per l’euro e il dialogo sociale, congiuntamente con Mr Moscovici in quanto commissario per gli affari economici e finanziari”. Il socialista francese non sarà quella sorta di ‘plenipotenziario’ che è stato finora il commissario all’economia. Molti all’Europarlamento sono perplessi.
Non c’è di mezzo solo la specifica funzione di ‘sorvegliante’ dei bilanci pubblici e delle politiche economiche. E’ in gioco la rappresentanza esterna della Commissione europea. Juncker ha già indicato che Moscovici parteciperà alle riunioni dell’Eurogruppo. La regola è che il vicepresidente per l’Euro “gestisca e coordini la partecipazione della Commissione nella configurazione Ecofin, nell’Eurogruppo, nel dialogo economico e macro-economico con il Parlamento europeo, nel consiglio dei governatori della Bce”. E nella rappresentanza esterna dell’Eurozona. Comprese le riunioni internazionali dal G7 al G20 al Fondo monetario e Banca mondiale. Così ha spiegato Juncker nella lettera a Gualtieri che gli chiedeva chiarimenti su chi partecipasse a cosa negli incontri fra Commissione ed Europarlamento (le famoso audizioni).
Lo staff di Juncker e della nuova Commissione, che in queste settimane affianca la struttura messa in piedi da José Barroso, respinge l’idea che il nuovo esecutivo sarà composto di commissari di serie A e commissari di serie B. “Vice-presidenti e commissari sono reciprocamente dipendenti gli uni rispetto agli altri”, ha indicato pubblicamente Juncker. “In ultima istanza tutte le decisioni saranno collegiali e sotto la mia responsabilità”, taglia corto nella lettera all’Europarlamento. Dai vertici della Commissione (la nuova) si fa sapere che le cose fileranno più lisce di quanto si possa pensare a freddo. Alla domanda se al vertice Bce dovranno abituarsi all’idea di avere un mese Moscovici e il mese successivo Dombrovskis si risponde con un sorriso.
Tra i vicepresidenti che si occupano di economia e finanza c’è anche il finlandese Jyrki Katainen (anche lui ex premier e conservatore, finora fautore della linea intransigente sui conti pubblici e durante l’intera crisi del debito sovrano): essendo responsabile di crescita, investimenti e competitività, supervisionerà per una parte anche l’attività di Moscovici (che si occupa anche di fisco).
Secondo Sylvie Goulard, del gruppo parlamentare liberale, Juncker non risponde a due questioni cruciali: che cosa significa decisione “congiunta” nel caso della coppia Dombrovskis-Moscovici? Chi rappresenterà la Commissione europea all’esterno? “Non accettiamo che decisioni del genere restino ‘dettagli pratici che saranno definiti più tardi’”. Il Pse chiede garanzie che non ci saranno alcuni commissari ‘più uguali degli altri’ (come nella Fattoria degli animali di George Orwell). Giovedì mattina Moscovici sarà in Parlamento per l’audizione, lunedì 6 ottobre toccherà a Dombrovskis.