Sono state tre le notizie importanti dal vertice Ue. La prima è che i governi dell'Eurozona, principalmente Francia e Germania, interverranno se necessario per evitare che la Grecia non riesca a rifinanziare il debito. La seconda notizia è che tale necessità non viene considerata immediata (forse si spera ancora che la necessità non si verifichi). La terza è che la Grecia sarà permanentemente sotto tutela ed è la prima volta che accade nella storia europea. Che il piano di intervento resti segreto è abbastanza ovvio anche se più il segreto perdura più si diffonde incertezza nei mercati e ciò alla fine può alimentare disillusione (si è visto oggi con la tiepida e alterna reazione dei mercati alle notizie giunte da Bruxelles). Certamente ne discuterà l'Eurogruppo lunedì sera ed è sulle sue decisioni che si punterà la massima attenzione dei mercati. Si sa che ci si sta concentrando sulla rete di protezione per le future emissioni obbligazionarie (tra le tante circola l'idea dell'emissione di bond da parte della banca tedesca pubblica Kfw per poi acquistare titoli greci). Tutto ciò indica che, lo si voglia ammettere o meno, è davvero finita l'era della "disciplina esterna": i paesi che adottano la moneta unica devono considerare la supervisione sui bilanci pubblici (e secondo alcuni anche sulle politiche economiche) come un elemento fondamentale della "disciplina interna" dal momento che unica è l'area nella quale agiscono e unico il mezzo di pagamento (l'euro). E dunque dovrebbero accettarla soprattutto prima che si manifestino le crisi, non solo quando occorre tamponarle. Ciò riguarda tutti, Atene come Berlino, Parigi, Roma e tutte le altre capitali. La vera sfida politica comincia adesso, l'aiuto alla Grecia è solo un atto dovuto nell'interesse comune.
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