La lettera della coppia europea Dombrovskis-Moscovici al ministro Padoan ufficializza ciò che si sa da tempo: per superare positivamente il giudizio della Commissione sulla legge di stabilità 2016, l’Italia deve apportare delle correzioni alle misure finanziarie previste. Potrebbe trattarsi di un aggiustamento di circa 3 miliardi. Un aggiustamento ‘soft’ sul quale il ministro dell’economia sta lavorando da settimane sulla base dei contatti ravvicinati con Bruxelles a livello tecnico e a livello politico. Di qui l’assenza di un effetto sorpresa. Ciò non toglie che il messaggio di Bruxelles al governo, con tanto di data (il 15 aprile) è la certificazione che così com’è stata congegnata la legge di bilancio 2016, a bocce ferme, è effettivamente a rischio di non rispettare le regole del patto di stabilità. Il fatto che la data di metà aprile sia una scadenza nota, perché l’Italia come gli altri paesi deve inviare a Bruxelles il programma di stabilità, non modifica il fatto che la lettera costituisce un preciso avvertimento.
Il segnale della Commissione europea viene esplicitato in una forma ‘soft’ e ciò va registrato. Certo mette l’accento non solo sul 2016, ma anche sul 2017: devono esserci “piani credibili per il ritorno al percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine”, è scritto nella lettera. Forma e contenuto dell’avvertimento indicano che esiste lo spazio per negoziare. Infatti, le discussioni continuano da un paio di mesi e continueranno nelle prossime settimane.
A quanto risulta la distanza da colmare tra Bruxelles e Roma non è enorme. Il punto fondamentale è il deterioramento del deficit/pil in termini strutturali dall’1% nel 2015 all’1,7% nel 2016. Per la Commissione europea una deviazione dal percorso di aggiustamento viene considerata “significativa” quando è pari allo 0,5% del pil e oltre. Solo indicazioni credibili sul 2017 oltrechè sul 2016 possono compensare l’assai probabile conferma che nel 2015 l’Italia non ha rispettato la regola del debito.
Per quanto riguarda la flessibilità richiesta dall’Italia su riforme, investimenti e spese per l’emergenza immigrati, la lettera di Bruxelles collega chiaramente la sua decisione al giudizio complessivo sul bilancio 2016, non solo alla verifica puntuale che i margini di deviazione del deficit sono usati effettivamente per aumentare gli investimenti. Sulle riforme avviate il riconoscimento appare scontato, sulle spese per gli immigrati sono in corso verifiche non facili. In ogni caso quest’ultimo punto non è determinante nel giudizio complessivo sui conti pubblici.