Le tre autorità di supervisione finanziaria europea chiedono i governi di non lesinare i fondi in un momento in cui l’attività di vigilanza è uno dei fattori cruciali per la fiducia. In successione i responsabili dell’autorità bancaria Eba, Andrea Enria, di quella dei mercati finanziari Esma, Steven Maijoor e di quella delle assicurazioni e dei fondi pensione Eiopa, Gabriel Bernardino hanno perorato la loro causa nel corso di una audizione ‘a tre’ al Parlamento europeo. Eba, Esma ed Eiopa hanno indicato che la loro preoccupazione è alta e che le risorse devono essere commisurate all’aumento delle funzioni e alla complessità della missione delle tre Autorità. Ne va anche dell’indipendenza dei supervisori.
Il primo a sollevare di fronte ai deputati europei la questione della certezza dei finanziamenti delle tre autorità di supervisione europea è stato Andrea Enria: “Le nostre preoccupazioni si riferiscono innanzitutto al bilancio per il 2015 e mi compiaccio del fatto che la commissione per i problemi economici del Parlamento europeo sostenga che l’aumento delle risorse deve essere commisurata alle crescenti funzioni”. A questo punto però non basta pensare al 2015, ma occorre “identificare una soluzione più robusta, di lungo termine: secondo noi occorre arrivare al finanziamento totale del 100% dal bilancio Ue con una linea di bilancio indipendente”.
Non diverse le parole del numero 1 di Esma Maijoor: “Il bilancio delle nostre istituzioni deve essere stabile, oggi è sostenuto dalla combinazione di fondi che provengono da bilancio europeo, prelievi sui mercati finanziari, entità che esercitano la vigilanza direttamente, autorità nazionali competenti: siamo preoccupati che un aumento del contributo delle autorità nazionali possa porre indebitamente difficoltà al funzionamento” delle nostre istituzioni. Se così fosse sarebbe un fatto “in controtendenza rispetto al rafforzamento della regolazione delle Borse e della supervisione a livello nazionale ed europeo”. È chiaro che il finanziamento “deve garantire indipendenza e non creare potenzialmente un’influenza indebita”.
Anche Bernardino (presidente autorità delle assicurazioni) si è schierato sulla stessa linea: “Per assicurare che Eiopa sia in grado di garantire una supervisione forte e credibile attraverso un’attività preventiva e un intervento rapido è necessario rafforzare l’indipendenza operativa e in particolare trovare una soluzione stabile al finanziamento”.
In un recente rapporto la Commissione europea aveva messo in luce che “gli accordi di finanziamento attuali non sono commisurati all’aumento delle responsabilità delle tre istituzioni”. La proposta dell’esecutivo europeo è pensare a fonti di finanziamento alternative “idealmente abolendo i contributi nazionali e della Ue”.
La valutazione della Commissione, coincidente con quella delle tre autorità, è che gli staff sono insufficienti: a fine 2013 gli occupati totali erano 384 (Eba 124, Esma 150, Eiopa 110). Attualmente il 60% dei finanziamenti è assicurato dalle autorità nazionali, il 40% dalla Ue, poi ci sono i prelievi che affluiscono all’Esma per la supervisione delle agenzie di rating e i ‘trade repositories’, le entità che raccolgono i dati sulle transazioni sui derivati.
La situazione non è sostenibile neppure per le autorità nazionali di vigilanza data la lunga fase di restrizione dei bilanci. Si sta discutendo di varie opzioni compreso l’aumento del livello delle ‘tariffe’ o dei prelievi raccolti dal settore finanziario.