Adesso c'e' un calendario preciso e incrociando le dita, se non ci saranno altri 'stop and go' cui la saga europea ci ha abituato, entro il 2013 la vigilanza bancaria della Bce sara' operativa. E' un processo che avverra' per fasi, con l'obiettivo di coprire dal 2014 tutte le 6mila banche dell'Eurozona piu' quelle dei paesi che aderiranno. Non e' detto che i mercati ne saranno delusi, perche' gia' nelle scorse settimane era molto chiaro che un conto e cominciare sulla carta dal primo gennaio, un altro conto e' essere in grado di esercitare pienamente o in parte funzioni molto complesse. D'altra parte, se il termine per un accordo era gia' auspicato entro il 2012, come avrebbe potuto a Bce prepararsi prima non conoscendo le regole della vigilanza unificata?
Mancano delle date e le date sono importanti, tanto per i mercati finanziari quanto per i governi. Soprattutto quando la tendenza a spostarle e' diventata quasi uno sport (la Germania si dimostra maestra in questa attivita'). Ma ora la pista e' chiarita anche se persiste molta incertezza sugli aspetti fondamentali della futura vigilanza Bce. Tra questi: le forme e i contenuti della supervisione, cioe' come la Bce esercitera' la sorveglianza "diretta" sulle banche, il ruolo delle autorita' nazionali, la modalita' di partecipazione alle decisioni al vertice del supervisore unico dei paesi che non fanno parte dell'euro (delicatissima e complicatissima questione legale e non solo politica), il sistema di voto al vertice dell'Autorita' bancaria europea (Eba). Su tutto questo il negoziato e' totalmente aperto sia tra i governi sia all'Europarlamento. Definire e mettere in piedi un tale meccanismo in pochi mesi e' una impresa enorme, non sono certo tre-quattro mesi di ritardo a inficiarne il risultato. Ha probabilmente ragione Mario Monti quando dice che in fondo gia' si sapeva che partire con 'tutto e subito' sarebbe stato impossibile.
La cosa certa e' che d'ora in poi ogni mossa del negoziato sulla vigilanza, lungo e tutto in salita, sara' attentamente scrutinata dai mercati finanziari. E di questo e' meglio che i governi tengano sempre conto per evitare che la (relativa) luna di miele sugli spread si interrompa drammaticamente. Per questo sarebbe molto importante che molto presto l'Eurogruppo fosse in grado di decidere sulla 'tranche' di 31,5 miliardi del prestito alla Grecia e di risolvere il caso spagnolo. Anche affrontando la questione dei tempi del consolidamento dei bilanci tenendo conto della durissima fase recessiva in corso.