Come spesso è accaduto, tutta l’operazione comunicativa dei giorni precedenti un vertice europeo dei capi di stato e governo della Ue (giovedì e venerdì prossimi) è volta a ridurre lo spettro delle attese. La sola cosa chiara è che sarà ribadito (ribadito non deciso) che l’adozione delle regole della supervisione bancaria attribuita alla Bce per l’Eurozona ha "carattere di priorità" e deve avvenire entro fine anno, ma non si sa quando la Bce sarà effettivamente in grado di esercitare le sue funzioni permettendo all’Esm di ricapitalizzare le banche. Nessuna decisione su Grecia e Spagna: sarà materia di negoziato tra i ministri finanziari.
Non che il vertice di fine settimana sia inutile: sul tavolo c’è il rapporto del ‘Quartetto Ue’ (ne fanno parte i 4 presidente Ue, Commissione, Bce ed Eurogruppo) che ha definito una pista di riforma dell’unione economica monetaria. Se percorsa fino in fondo l’Uem cambierebbe radicalmente profilo: avrebbe un bilancio, gli stati sarebbero vincolati a un patto bilaterale con l’Eurozona per assumersi in modo ancora più stretto la responsabilità delle riforme concordate a Bruxelles, ci sarebbero perfino emissioni di bond sovrani a breve termine. Su tutto questo ci sarà una prima discussione, per poi riprendere la mano al vertice di dicembre. Nel frattempo, però, incalzano gli eventi e in Spagna in questi giorni sta andando per la maggiore la citazione di un proverbio giapponese: con la legna promessa non si riscalda la casa. Per dire che gli strumenti per spezzare il legame perverso tra debito sovrano e crisi bancaria ci sono, adesso vanno usati altrimenti prima o poi si penserà al bluff. E’ la questione della Spagna: quando chiederà l’intervento Esm-Bce? E dietro la Spagna c’è la Grecia: la Troika non ha ancora concluso il suo lavoro, ma è chiaro che al ritmo attuale la Grecia non riuscirà a ridurre l’indebitamento nei tempi previsti. Se dovesse stringere ancora di più la cinghia, la depressione economica si avviterebbe ulteriormente facendo saltare qualsiasi target. Sul tavolo c’è la richiesta di Atene di rinviare dal 2014 al 2016 il target finale: costo per i creditori dell’Eurozona 12 miliardi secondo il governo, da 20 a 30 miliardi secondo l’Eurogruppo. Sul calendario greco si gioca una partita politico-finanziaria si prima grandezza: la pressione del Fondo monetario internazionale sull’Eurogruppo per la concessione di due anni di tempo in più alla Grecia riflette il consiglio Fmi ai governi di assumersi l’onere di una ristrutturazione del debito ellenico tenendo conto che nel 2014 circa due terzi del debito greco sarà detenuto da istituzioni pubbliche. Ma è una via per ora preclusa. A Bruxelles si dà per scontato che la Spagna chiederà l’intervento Esm: si parla di una linea di credito precauzionale. Ma ancora il momento non sembra essere maturo. I negoziati vanno avanti da settimane e ora è emerso che Madrid ha un target di riferimento per lo spread: chiede che la Bce garantisca che non superi il 200 punti base (venerdì era a 417 punti contro 638 punti a luglio). L’intervento di ricapitalizzazione diretta delle banche comunque è rinviato nel tempo. L’Esm può intervenire solo quando la vigilanza Bce è in piedi, è funzionante. Impossibile che ciò sia possibile da gennaio. E allora quando? Non si sa. Non si può dire neppure se potrà avviare il proprio lavoro di supervisore: "Non ci sono date precise, il processo in atto vede impegnata una moltitudine di attori…", indica una fonte diplomatica europea coinvolta nei negoziati. Il portavoce del governo tedesco ha dichiarato oggi che il nuovo supervisore "deve poter lavorare in modo credibile, indipendente ed efficace, per il momento sembra difficile che non solo la vigilanza Bce entri in vigore in gennaio ma sia anche operativa". Da Parigi e Roma i messaggi sono invece opposti: partire subito, appena possibile. Il presidente Bce Mario Draghi, però, negli ultimi giorni ha continuato a spiegare che il processo di costituzione come supervisore richiederà del tempo. Più tempo. D’altra parte la discussione sul perimetro della supervisione è tutta in salita: come, in che forma saranno vigilate le banche locali e regionali, crocevia di potenti e ramificati interessi finanziari e interessi politici in Germania ma non solo in Germania?