Tamponare la confusione. E’ questo che da giorni fanno molti governi Eurozona e continueranno a fare fino a quando non avranno il coraggio di prendere decisioni più coraggiose per frenare l’avvitamento della crisi del debito sovrano. Per esempio risolvere definitivamente il problema della scarsità di mezzi a disposizione dell’Efsf/Esm. Il rischio di una tale situazione è che si continui a navigare a vista. Oggi si è avuta una chiara dimostrazione dello stato di estrema fibrillazione in cui si trova l’Eurozona e chi dovrebbe guidarla.Ha cominciato il presidente dell’Eurogruppo Juncker: commentando il passaggio da stabile a negativo della valutazione di Moody’s della prospettiva economica di Germania, Olanda e Lussemburgo si è dichiarato soddisfatto perché la tripla A è stata confermata. Giusto: tra il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, meglio scegliere il mezzo pieno. Ma il senso dell’indicazione di Moody’s (che è bene cominciarlo sempre a ripeterlo non deve essere considerato il verbo) non è comunque preoccupante?
Poi c’è stato il viaggio del presidente della Commissione Barroso ad Atene: a Bruxelles hanno indicato che sarà giovedì, ad Atene mercoledì. Che succede? E’ la settimana degli incontri segreti (dopo quello di Barroso con Draghi ieri di cui non si sapeva nulla e sull’esito del quale le bocche sono tuttora cucite)? Si è subito immaginato l’intervento di Barroso tra i tecnici della Troika, nel momento in cui qualcuno comincia a far filtrare che se Atene non sarà in grado di ripagare i prestiti sarà necessaria una ulteriore ristrutturazione del debito. In ogni caso, il viaggio di Barroso è stata una piccola tempesta in un bicchierino da cognac. L’incontro sarà definitivamente giovedì.
Infine il ‘gialletto’ sulla richiesta di Spagna, Francia e Italia di attuare subito gli accordi europei di fine giugno. Tutti hanno pensato, complice l’ambiguo comunicato spagnolo, all’ombrello anti-spread, a una nuova, forte azione triangolare per spingere Berlino a prendere il toro (della sfiducia sui bond) per le corna. Agenzie e informazione in rete impazzite. Inutilmente: i ministri dei 3 paesi (per l’Italia c’era Enzo Moavero Milanesi) parlavano semplicemente delle misure per la crescita.
In mancanza di decisioni politiche dirimenti, in attesa che la Troika compia le sue mosse ad Atene, gli scoppiettii dell’informazione ora per ora costituiscono il rumore di sottofondo, rumore che spesso, però, rimbalza direttamente sui mercati e dai mercati viene usato o alimentato a seconda delle situazioni. Come ha osservato un analista di mercato oggi, la sensazione è quella di osservare al rallentatore un treno che sta deragliando.