Piena trasparenza sugli stress test dei maggiori gruppi bancari europei (oltre venti), stretta sulla disciplina di bilancio con particolare riferimento alle sanzioni per i paesi che non rispettano gli impegni di consolidamento nel medio periodo. Sono queste le decisioni prese dai capi di stato e di governo della Ue sotto l’incessante pressione dei mercati finanziari che ancora tengono sotto ostaggio diversi paesi Eurozona, Grecia in primo luogo, seguita dalla Spagna. E’ stata decisiva la svolta della Germania che per la prima volta ha annunciato di essere favorevole alla pubblicazione dei risultati degli stress test in corso, dopo che per mesi aveva impedito una decisione a livello europeo. Una ennesima dimostrazione di quanto puo’ essere costoso mantenere una politica ‘chiusa’ in un mercato unico di cui fanno parte 27 paesi (o 16 per limitarsi all’Eurozona) in piena crisi di fiducia presso i mercati. Decisive la spinta francese e la posizione britannica (se tutti pubblicano i dati li pubblicheremo anche noi), ma decisiva e’ stata anche la posizione della Bce, che negli ultimi giorni aveva dato chiari segnali. Dunque alla fine si e’ capito che non era piu’ possibile restare in una specie di riserva indiana di fronte al crescere dei dubbi, dei sospetti e anche delle ondate di speculazione su tali dubbi e sospetti.
La decisione sugli stress test ha un chiaro valore politico molto importante, quasi ‘storica’: arriva sicuramente in ritardo rispetto agli eventi ma crea un precedente perche’ una volta aperto il vaso (con la pubblicazione dell’esito dei test) non potra’ mai piu’ essere chiuso. I risultati dovranno essere pubblicati nella seconda parte di luglio. Reggeranno tutte le banche alla pubblicazione dei risultati degli stress test? Fonti Ue hanno segnalato a questo proposito che gli stress test dell’anno scorso sui maggiori gruppi di taglia paneuropea (per l’Italia IntesaSan Paolo e Unicredit) avevano confermato la buona capacita’ di resistenza agli choc economici del sistema nel suo complesso. Nel testo del documento finale del Vertice Ue non si dice se saranno pubblicati i risultati banca per banca, ma in questo senso si sono espressi alcuni governi.
Il secondo pilastro delle decisioni Ue riguarda il rafforzamento della disciplina di bilancio e l’estensione della sorveglianza alle politiche economiche. Siamo agli inizi, le proposte della Commissione si conosceranno a fine mese e, come si sa, il diavolo sta nei dettagli. In ogni caso ci sono sette principi che dovranno essere seguiti. I primi cinque riguardano la vigilanza sui conti pubblici. Il patto di stabilita’ deve essere piu’ stringente “con sanzioni collegate al percorso di consolidamento verso l’obiettivo di medio termine. La sorveglianza del bilancio ai fini delle procedure per deficit eccessivo deve prestare maggiore attenzione al livello del debito pubblico, alla sua evoluzione e alla “sostenibilita’ complessiva. Questa e’ la parola magica che riflette la decisione di tenere conto di altri fattori come il debito privato, le passività implicite come la spesa previdenziale, quelle contingenti come il sostegno finanziario delle banche. Ha prevalso la linea proposta dall’Italia (sostenuta in particolare dalla Francia), anche se non e’ passata l’idea di un parametro aggregato debito pubblico+debito privato. Su base aggregata il dato aggregato piu’ elevato tra i maggiori paesi europei sarebbe del Regno Unito (su dati McKinsey 2008) con il 469% del pil, seguiti da Spagna con 342%, Francia 308%, Italia 316%, Germania 274%.
Dall’anno prossimo scatta il cosiddetto ‘semestre europeo’: confronto a Bruxelles sui programmi di bilancio per gli anni successivi in primavera prima che le finanziarie dei paesi siano decise dai parlamenti nazionali. Non c’e’ alcuno spostamento di sovranita’ verso Bruxelles, ma il principio di un ‘vaglio’ europeo e’ passato per quel che concerne le ‘grandi linee’ dei programmi di bilancio. Infine ,nei 27 paesi dovranno esserci regole nazionali di bilancio in linea con il patto di stabilita’ e gli istituti di statistica devono avere dappertutto piena indipendenza.
Per quanto riguarda la sorveglianza macro-economica, si prevede una tabella di marcia (scoreboard) paese per paese con l’obiettivo di valutare i livelli di competitivita’ e gli squilibri macro-economici. Cio’ dovrebbe permettere di individuare in tempo “andamenti insostenibili o rischiosi”. Quanto all’Eurozona deve essere concordato un regime di sorveglianza delle politiche macro-economicehe “che rifletta la particolare situazione degli stati membri”. Nulla di piu’ sulla ‘governance’ nell’area della moneta unica: non ci saranno formalizzazioni delle riunioni dell’Eurogruppo a livello politico (Sarkozy e’ stato sconfitto), ma passa l’idea pragmatica secondo cui i capi di stato e di governo dell’Eurozona si riuniscono se necessario.