C’è troppa corruzione in Italia, specie in quattro settori dell’economia dove si intersecano affari pubblici e affari privati: urbanistica, smaltimento rifiuti, appalti pubblici, sanità. La denuncia è del Consiglio d’Europa, organizzazione internazionale il cui scopo è promuovere la democrazia, i diritti dell'uomo, l'identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali. Di fronte a tanta corruzione non basta “la determinata volontà della magistratura inquirente e giudicante”, sono necessari “una strategia di lungo periodo e un incisivo impegno politico”. Ma nulla potrà cambiare se i processi durano a tempo indefinito, se trasparenza ed etica nella pubblica amministrazione sono deboli, se non ci sono controlli interni, non si applicano le norme di deontologia, di prevenzione dei conflitti di interessi e di protezione dei cittadini che denunciano le situazioni di illegalità, non si rafforzano gli obblighi contabili e di audit delle aziende. Le 22 raccomandazioni del Consiglio d’Europa all’Italia sono quasi un programma di governo. Infine il lodo Alfano: all’organismo di Strasburgo non piace, ma la sua opinione è arrivata fuori tempo massimo perché è già stato bocciato dalla Corte Costituzionale.
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