Da una parte l’azione sulla crescita e il sostegno agli investimenti su scala europea in grado di far uscire l’economia dal rischio deflazione (tanto più grave dopo l’ulteriore calo dall’inflazione ad agosto arrivata a quota 0,3%), dall’altra parte il negoziato per usare tutta la flessibilità possibile delle regole sui bilanci. Sono questi i due elementi fondamentali della strategia Ue, ma il focus del Consiglio europeo straordinario di domani per quanto riguarda l’azione di politica economica sarà sulla crescita e gli investimenti, non sulla flessibilità. Lo hanno indicato esplicitamente oggi fonti diplomatiche europee. “Ad un certo punto i due aspetti si fonderanno, ma oggi sul tavolo ci sono le mosse per sostenere gli investimenti, per gli spazi di flessibilità sui bilanci c’è un po’ di tempo, se ne parlerà al vertice di ottobre perché nel frattempo ci saranno le leggi di stabilità”, hanno indicato le fonti Ue precisando però che non bisogna attendersi decisioni concrete. Il tentativo è evitare un conflitto ideologico sulla flessibilità in attesa delle decisioni dei governi sulle riforme economiche e per creare un contesto il più possibile favorevole a un’azione anti-deflazione della Bce.
Nel documento finale preparato dai diplomatici per il vertice europeo di domani, che avrà al centro dei lavori la discussione sulla nomina del presidente Ue in sostituzione di Herman Van Rompuy e dell’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, è stata aggiunto sul filo di lana un capitolo specifico per le questioni economiche. E’ la conseguenza della pressione francese (vista con estremo favore da Matteo Renzi).
Il presidente Hollande ha indicato l’altro giorno che l’Europa “è minacciata da una lunga e forse interminabile stagnazione se non facciamo qualcosa” e che aggiustare le politiche di bilancio è un elemento importante della reazione alle “circostanze eccezionali”, è la condizione “per rimettere l’Europa su un percorso di crescita in grado di ridurre la disoccupazione”. Di qui l’appello a procedere rapidamente per definire un piano triennale per la crescita di 300 miliardi di investimenti annunciato dal presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, che entrerà in funzione dal primo novembre). Il summit straordinario dei capi di Stato e di Governo dell’Eurozona, secondo l’idea di Hollande, dovrebbe concordare “l’uso pieno della flessibilità sui tempi dell’aggiustamento di bilanci contenuta nelle regole mentre continuando a ridurre il disavanzo”.
Stando alle fonti diplomatiche europee nel documento finale del vertice di domani si fa un esplicito riferimento alla “debolezza” dell’economia, a tassi di disoccupazione “inaccettabilmente elevati” e all’andamento del prodotto “estremamente debole al netto dell’inflazione”. E’ questa la valutazione di base sulla quale dovranno innestarsi nuove iniziative per il sostegno finanziario degli investimenti su scala europea per reagire alla debolezza della domanda interna e l’azione “flessibile” sui bilanci. Sul primo punto circolano diverse ipotesi, compresa quella di un nuovo aumento di capitale della Bei dopo quello recentissimo di 10 miliardi di euro. Sulla flessibilità sui tempi di riduzione dei deficit i contrasti tra i paesi sono evidenti e lontano dall’essere risolti.
Si ritiene in questa fase più facile trovare un accordo sul sostegno della crescita che non sull’interpretazione delle regole sui deficit e sul debito. Centrare l’attenzione su questo permetterebbe, questo il ragionamento nelle ‘sale di regia’ delle istituzioni europee, di allentare la tensione nella discussione sui margini di flessibilità da sfruttare per i deficit, permettendo ai governi di agire sulle riforme economiche e impostare le leggi di bilancio 2015 (saranno valutate dalla nuova Commissione). In tal modo si spera che si creino più margini di manovra alla Bce per usare tutti gli strumenti che ha a disposizione per evitare una spirale deflativa.