Entro marzo l’Eurogruppo concorderà le modalità della ricapitalizzazione diretta delle banche da parte dell’Esm. E’ questa la linea indicata dal presidente Eurogruppo Dijsselbloem. In ultima istanza l’European Stability Mechanism, il fondo europeo di salvataggio finanziario, può estendere l’assistenza finanziaria direttamente alle banche sotto “strette condizioni” una delle quali sarebbe l’applicazione anticipata delle regole del “bail-in” (l’apporto degli azionisti e creditori in base a un certo ordine) che entreranno in vigore dal 2016. Fonti coinvolte nel negoziato hanno indicato a Il Sole 24 Ore Radiocor che quella indicata da Dijsselbloem è sostanzialmente la posizione tedesca. Sul tavolo ci sono altre idee sulle quali si sta discutendo: Francia e Italia ritengono l’anticipo di tutte le regole del ‘bail-in” uno schema eccessivamente rigido, preferendo un semplice generale riferimento ai “principi” appena concordati dai governi nella nuova legislazione europea. La Commissione è sulla stessa linea.
Da settimane sembrava che il tema della ricapitalizzazione diretta fosse addirittura uscito dai negoziati soprattutto perché i capi di Stato e di Governo avevano tolto questo obiettivo dalla lista delle scadenze da rispettare prima della fine della legislatura europea. Le pressioni della Bce per non perdere l’occasione di dotare di un ennesimo strumento difensivo pubblico per creare una rete di protezione a maglia stretta al sistema bancario permettendo di prendere decisioni rispettose della stabilità finanziaria, sono state fortissime. Secondo quanto indicato negli ultimi giorni da un insolitamente ciarliero Dijsselbloem, la successione degli interventi sulle banche è questa: se uno Stato non è in condizioni di immettere liquidità in una banca che ha una prospettiva di rilancio o deve essere accompagnata in un processo di ristrutturazione/fallimento, può chiedere l’intervento dell’Esm come ha fatto a suo tempo la Spagna. Si tratta di un prestito allo Stato che poi usa i fondi per intervenire nelle banche sotto strette condizioni (vigilanza costante sulla ristrutturazione della banca o addirittura se necessario del sistema finanziario nel suo complesso). Ma l’Esm può anche intervenire direttamente nella ricapitalizzazione sotto una condizionalità speciale che prevede l’applicazione delle regole del ‘bail-in’ prima che entrino in vigore per tutte le altre (la data fissata è il 2016).
Stando a fonti europee su questa linea si è attestata la Germania, che aveva tentato di togliere completamente dal tavolo dei negoziati la prospettiva di un intervento diretto dell’Esm nelle banche dopo averne inghiottito a fatica il principio. Anticipare le regole del ‘bail-in’ significa far pesare immediatamente l’onere dell’operazione di salvataggio/risoluzione su azionisti e creditori innanzitutto. Non è chiaro al momento se la ricapitalizzazione diretta delle banche da parte dell’Esm rappresenta il paracadute di ultima istanza o se va considerata una opzione rispetto alla richiesta di un prestito come ha fatto la Spagna. La ricapitalizzazione diretta ha il pregio di spezzare chiaramente il legame tra debito sovrano e interventi nel sistema bancario. Sulla direttiva sulla ripresa e la risoluzione delle banche che contiene le regole del ‘bail-in’ devono pronunciarsi in via definitiva il Parlamento e il Consiglio. L’Eurogruppo ha già deciso che l’intervento dell’Esm deve essere limitato a 60 miliardi.