Eurogruppo, prende quota prospettiva di un presidente a tempo pieno

Non se ne parla pubblicamente ne’ ci sono stati approfondimenti, ma certamente l’idea di un presidente a tempo pieno dell’Eurogruppo fa parte dei conciliaboli tra i maggiori governi sugli assetti politico-istituzionali della nuova stagione dopo il voto europeo. Germania e Francia l’hanno scritto nero su bianco a fine maggio, l’Italia e’ d’accordo. Stando a una importante fonte politica europea direttamente coinvolta nelle discussioni tra le ‘cancellerie’ sulle scelte strategiche Ue consultata da Il Sole 24 Ore Radiocor, si tratta di un argomento “del quale si discute quando si affronta il problema delle nomine” ai vertici politico-istituzionali europei.



  Da diversi mesi la possibilita’ di passare da un presidente permanente dell’Eurogruppo (il mandato dura due anni e mezzo e puo’ essere rinnovato) a tempo parziale a un presidente a tempo pieno viene discussa ad alto livello tecnico (come ha riportato Il Sole 24 Ore Radiocor). Adesso, nel momento in cui stanno emergendo le scelte dei partiti politici europei per il prossimo ‘giro’ di posti di massima responsabilita’ delle istituzioni Ue (Commissione, Consiglio Ue e Parlamento) la cosa assume concretezza ed e’ materia di discussioni, consultazioni tra i governi. E’ un dibattito piuttosto felpato anche perché nulla si muoverà prima del voto europeo di fine maggio che orientera’ in un senso o nell’altro la scelta del presidente della nuova Commissione europea: socialdemocratico o popolare a seconda di chi vincera’ le elezioni, con la variante liberale alla quale pero’ non viene dato al momento molto peso anche se la fresca candidatura dell’ex premier belga Guy Verhofstadt, uno dei personaggi politici piu’ brillanti del Parlamento europeo attuale, potrebbe aprire un varco nella diarchia Ppe-Pse delle nomine europee.
  Il gruppo parlamentare dei liberali europei (Alde) ha indicato che il responsabile degli affari economici Olli Rehn non corre per sostituire Jose’ Barroso a capo della Commissione, bensi’ a ricoprire una funzione di alto livello nel settore economico o di politica estera. Chiaro che il primo sarebbe la sua destinazione piu’ naturale anche se al nome di Rehn sono legate le politiche dell’austerita’ che sono sotto critica in molta parte d’Europa. “Ci si posiziona per un posto che non esistera’ mai?”, si chiede retoricamente una fonte tecnica europea.
  A favore di un presidente dell’Eurogruppo a tempo pieno si sono schierati apertamente diversi mesi (fine maggio) fa Angela Merkel e Francois Hollande. Enrico Letta si è dichiarato d’accordo. Per quanto possa sembrare assurdo, stando a varie fonti la questione non e’ mai stata discussa nelle riunioni dei ministri e sembra neppure tanto informalmente nei suoi rilievi concreti, nei suoi effetti politici. Un presidente permanente a tempo pieno dell’Eurogruppo implica inevitabilmente un salto di qualita’ nel livello di cooperazione e di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio. Quindi un altro passettino verso un ridislocamento della sovranita’.
  Alla Commissione si accarezza l’idea di una formula uguale o simile a quella dell’alto responsabile della politica estera (oggi Lady Ashton) che e’ vicepresidente della Commissione. Le due figure di commissario agli affari economici e presidente Eurogruppo coinciderebbero. Difficile che i governi accettino soprattutto perche’ emergerebbe un conflitto di interessi: la Commissione puo’ essere, e spesso e’, in contrasto con posizioni prevalenti tra gli Stati membri. Non si capirebbe chi procede (si parla di procedure per deficit eccessivo) contro chi.
  L’esigenza di un presidente a tempo pieno e’ avvalorata anche dal rischio che un ministro in carica possa dare l’impressione di essere sotto ostaggio del proprio parlamento nazionale e il riferimento e’ proprio alla gestione dell’olandese Jeroen Dijsselbloem. Inoltre se ci fosse anche la casella dell’Eurogruppo da riempire, oltre a quella del presidente della Commissione, del presidente del parlamento, del presidente della Ue (Herman Van Rompuy scade a novembre e non otterra’ un terzo mandato), sarebbe piu’ facile comporre gli equilibri politico-istituzionali della nuova stagione.
  Dell’Eurogruppo parla esplicitamente il Trattato. E’ scritto nel protocollo 14: “I ministri degli Stati membri la cui moneta è l'euro si riuniscono a titolo informale”,  Commissione e Bce partecipano alle riunioni. Gli stessi ministri “eleggono un presidente per un periodo di due anni e mezzo, a maggioranza di tali Stati membri”. Nessuna indicazione sul tempo pieno o parziale, sul sistema di turnazione. Il campo e’ libero se davvero si vuole riempirlo.